VITTORIO BERSEZIO (1828 – 1900)

1828

Nasce a Peveragno in provincia di Cuneo un giorno imprecisato del mese di marzo.[*] Era figlio di Carlo Bersezio, che svolgeva nel paese la funzione di notaio e di segretario di pretura, e di Teresa Zucconi. Terzo di tre figli, vive i primi anni della sua vita nella casetta di via dei Macelli, poco lontano dalla casa del Ricetto che era stata dei nonni, per poi trasferirsi definitivamente con la famiglia a Torino.

1842

A soli 14 anni dimostra una precoce disposizione letteraria scrivendo un testo teatrale, Le male lingue, d’impronta goldoniana, che rielaborerà nel 1876 con il titolo Una bolla di sapone.

1848

Consegue a Torino la laurea in giurisprudenza e riesce a partecipare alle ultimefasi della terza guerra d’indipendenza. Al ritorno abbandona la carriera legale a cui il padre lo aveva introdotto e si dedica con successo al giornalismo e alla letteratura, terminando la stesura di due drammi di carattere patriottico.

1852

Fa rappresentare al teatro Carignano il dramma storico Pietro Micca che riscuote grande successo. Nello stesso anno rifiuta la richiesta di Cavour di entrare come segretario nel suo ministero, per meglio dedicarsi alla carriera letteraria.

1853

Fonda il giornale politico Espero sul quale pubblica i suoi profili parlamentari che suscitano molto interesse e gli procurano l’approvazione di Cavour.

1854

Dirige Il Fischietto, primo giornale umoristico illustrato italiano e pubblica una raccolta di novelle sulla vita piemontese della metà del secolo che gli procurano grande fama.

1857

Si reca a Parigi per due lunghi soggiorni durante i quali stringe rapporti cordiali con i principali scrittori francesi dell’epoca.

1859

Tornato a Torino, dirige la sezione letteraria della Gazzetta Ufficiale del Regno che lascerà per fondare nel febbraio 1867 la Gazzetta Piemontese (che diventerà poi La Stampa) di cui resta direttore fino al 1879.

1863

Il 4 aprile viene rappresentata per la prima volta la commedia Le miserie ‘d Monsù Travèt che all’inizio non viene accolta con particolare favore, soprattutto dagli impiegati di stato che, accorsi in gran numero alle prime rappresentazioni, non apprezzano la satira sulla loro categoria. Ben presto però vengono riconosciute le caratteristiche artistiche e letterarie della commedia che trionfa, applauditissima da pubblico e critica, sui palcoscenici di tutta Italia e, tradotta in tedesco, anche in Germania.

1865

Viene eletto deputato per la Sinistra costituzionale, con un’attenzione alle problematiche sociali che lo fa avvicinare alla considerazione dei conflitti di classe che nascono nel periodo dell’industrializzazione a Torino.

1872

Scrive Roma capitale d’Italia, testo di carattere storico, urbanistico e architettonico che si inquadra nella produzione agiografica e memorialistica dell’ultimo periodo.

1890

Il suo prestigio va ormai declinando, ma non diminuisce l’intensità della sua produzione letteraria. L’opera più importante della tarda maturità è Il regno di Vittorio Emanuele II. Trent’anni di vita italiana in otto volumi.

1900

Muore a Torino il 30 gennaio nella villetta di Via dei Fiori (ora via Belfiore). Resta il ricordo di un uomo buono che, come scrisse suo figlio Carlo, non ebbe mai nemici nella sua vita. Le sue ceneri riposano a Moncalieri nella tomba di famiglia.

[*] La diatriba sull’anno di nascita è stata definitivamente risolta, in quanto è stato ritrovato, negli archivi della Parrocchia di San Giovanni, il seguente documento:
“Victorius Bersezio, filius Caroli Notarii et Victoriae Succone, ex oblivione in libro Baptizatorum non scriptus, ex depositione testum, patrini et matrinae Victorii Bersezio quondam advocati Petri Ignatii et Dominae Theresia Peculli, uxor Ioannis, natus die incerta, mensis martii, millesimo octingentesimo vigesimo octavo atque baptizatus a D.mo Georgio Zuletti Subscriptus. Ioannes Minetti prior”.
(Vittorio Bersezio, figlio di Carlo, Notaio, e di Vittoria Zuccone, per dimenticanza non è stato iscritto nel Registro dei Battezzati; ma come affermano i testimoni, padrino e madrina di Vittorio Bersezio, Pietro Ignazio e signora Teresa Pecollo, moglie di Giovanni, è nato in un giorno imprecisato, del mese di marzo 1828, e è stato battezzato dal sottoscritto Giorgio Zuletti. Il Priore Giovanni Minetti”)
Non si tratta dunque di un atto di nascita ma di una testimonianza che, pur dichiarando incertezza circa il giorno, non lascia alcun dubbio circa l’anno e che quindi corregge l’errore comune per cui si poneva la nascita di Vittorio Bersezio nel 1830.

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